
Voglio essere una tua bugia
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“Voglio essere una tua bugia” nasce come piccolo elogio della bugia, intesa non come inganno maligno, ma come spazio protetto in cui reinventarsi. La voce narrante guarda alle “bugie belle” – quelle che indossiamo come ombrelli colorati sotto il sale della vita, tacchi alti sui sanpietrini del disagio – per raccontare quanto spesso, nella vita adulta come nell’adolescenza, abbiamo bisogno di maschere per trovare il coraggio di essere noi stessi.
Nel ritornello, il desiderio si ribalta: “ed io vorrei essere una tua bugia” diventa dichiarazione d’amore e di ammirazione verso chi sa autodeterminarsi, anche a costo di costruirsi una realtà diversa. Tra pianoforte minimale e violoncello intimo, il brano mantiene un tono sussurrato, quasi confidenziale, come un segreto detto a bassa voce tra due persone che scelgono di accogliersi anche nelle loro finzioni più fragili.